Il nostro obiettivo: la salute motoria

Ho iniziato come istruttore in palestra qualificato (LSM) e nel tempo trascorso a praticare e ad insegnare ho cominciato a notare come, nonostante l’approccio scientifico (EBM) degli esercizi proposti, alcuni limiti funzionali non potevano essere rimossi con degli esercizi di stretching o di mobilità analitica.

Ho approfondito allora la massoterapia (MFKT) e ho iniziato a trattare i miei pazienti con dei risultati migliori grazie ai trattamenti fasciali e alle mobilizzazioni articolari passive, ma ancora, in alcuni casi, il controllo del movimento non era ottimale.

Mi sono allora avvicinato alla posturologia e alla stabilometria perché avevo capito che in alcuni casi erano le alterazioni del “tono muscolare di base”, frutto di una cattiva gestione da parte del sistema tonico posturale, che inficiavano l’ergonomia del movimento.  Ho capito come le informazioni scorrette derivanti dai recettori normalmente indagati (piede, occhi, bocca, ecc) potevano “disturbare” il sistema sottocorticale, ma in alcuni casi, nonostante le correzioni, ancora alcuni limiti funzionali non potevano essere rimossi.

Ho intrapreso allora il lungo e proficuo cammino dello studio dell’osteopatia che grazie al suo approccio, non solo strutturale, mi ha fatto scoprire molte altre cause di blocco e compenso. 

Molti altri limiti sono stati oltrepassati, altri ancora rimangono, ma arrivato sin qui credo sia giusto condividere con altri il mio cammino e accettare il contributo di tutti per proseguire nell’affascinante ricerca della più importante modalità di espressione della persona, il movimento umano.

È mio convincimento che ogni limite del corpo, dopo essere stato rimosso, va mantenuto con un approccio sia analitico che di successiva integrazione attraverso la proposta di esperienze di movimento significative che consentano il trasferimento della competenza dal sistema corticale a quello sottocorticale.

Provenendo dall’atletica leggera il mio approccio iniziale all’insegnamento del movimento è avvenuto come tecnico FIDAL e preparatore atletico di Basket.

L’approccio scientifico e metodologico appreso nel percorso formativo ISEF era soddisfacente per l’aspetto condizionale del corpo ma lasciava irrisolte alcune perplessità in relazione ai limiti di mobilità che diventavano puntualmente limiti prestativi. 

Se l’esperienza dello Shiatsu mi è servita per comprendere le dinamiche di  riequilibrio energetico del corpo, la  massoterapia mi è servita più praticamente per un approccio efficace al sistema miofasciale,  che, credetemi, nell’atleta professionista ha bisogno di maggiore incisività.

Grazie a questi approcci, sono riuscito ad oltrepassare alcuni limiti di mobilità derivanti dal sovraccarico funzionale, soprattutto delle articolazioni periferiche. Questi approcci invece, non sono sufficienti a risolvere i limiti funzionali del rachide dipendenti da distorsioni intervertebrali minori (DIM) mantenuti da meccanismi di retrazione neuromuscolare. Con l’osteopatia ho compreso come tali limiti derivano spesso da sistemi più profondi di origine viscerale se non duramerica. 

Grazie all’ampliamento delle mie conoscenze oggi riesco a liberare molti di questi limiti e la mia certezza è che solo il movimento qualificato e consapevole è in grado di mantenere e spesso risolvere i limiti funzionali del corpo.